4 mar 2012

Come viene percepito l’Italiano residente in Germania dal tedesco medio? Analisi degli organi di informazione in un mese di ricerca (Marzo 2011) sui principali quotidiani e settimanali tedeschi (“Bild”, “Berliner Zeitung”, “Die Welt”, “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, “Der Spiegel”, “Stern”, “Süddeutsche Zeitung”, “Der Tagesspiegel”).



A cura di  
Alessandra Simonti

Nell’ambito del tirocinio formativo organizzato dal Ministero Affari Esteri e dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino ho avuto modo di compiere una breve ricerca dagli esiti molto interessanti.

Nel corso dei tre mesi ho rivolto la mia attenzione agli Italiani residenti in Germania, tematica centrale di cui si occupa l’Ufficio Sociale dell’Ambasciata; in particolare ho cercato di mettere in luce la “spinosa questione” del rapporto problematico tra tedeschi ed italiani in Germania.
Avendo a disposizione un tempo limitato, ho focalizzato la mia ricerca sui soli canali di stampa tedeschi per il mese di marzo 2011, “spulciando” letteralmente i giornali alla ricerca di articoli e commenti riguardanti i nostri connazionali residenti sul suolo tedesco.
Da questa prima esposizione del mio modus operandi risulta evidente che questa ricerca non può essere esaustiva né tantomeno pretende di esprimere la verità assoluta, anzi questo lavoro è sicuramente parziale, dato il ristretto periodo analizzato, e rischia di generalizzare troppo.
Inoltre, essendo la questione della considerazione degli italiani in Germania da parte dei tedeschi troppo specifica, non è stato possibile rintracciare quasi nessun articolo sul tema. Dalla consultazione dei quotidiani “Bild”, “Berliner Zeitung”, “Die Welt”, “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, “Der Spiegel”, “Stern”, “Süddeutsche Zeitung”, “Der Tagesspiegel” si evince, tuttavia, un quadro abbastanza preciso di quale sia l’idea diffusa riguardo gli italiani.
Alla luce dei risultati sembra essere confermato il concetto ricorrente secondo il quale i tedeschi amano gli italiani, ma non li stimano.
Ma cerchiamo di partire dall’inizio…
Nell’immaginario attuale dei tedeschi l’Italia è ancora “la terra dove fioriscono i limoni” tanto cara a Goethe e ai numerosi viaggiatori ottocenteschi che facevano della Penisola la meta ideale per il loro Grand Tour, il viaggio di formazione estetica dei giovani nobili e dotti. Qui e solo qui potevano placare la loro nostalgia verso la cultura classica greco-romana, la Grecia infatti sarebbe rimasta sotto il dominio ottomano fino a metà del 1800, la Magna Grecia invece offriva loro i suoi eroici paesaggi di rovine e colonne spezzate. L’Italia, scrigno della storia, diviene un mito. Negli anni Cinquanta del Novecento poi, si assiste in Italia ad un fenomeno di urbanizzazione, il miraggio del posto in fabbrica porta i contadini ad abbandonare le case in campagna: è qui che entrano in azione i tedeschi del boom economico che acquistano queste abitazioni diroccate a prezzi stracciati, le ristrutturano amorevolmente e ne fanno la meta ideale delle loro vacanze.
Una conferma dell’immutata adorazione dei tedeschi nei confronti dell’Italia, terra meravigliosa e ricca di storia, viene dalla “Süddeutsche Zeitung” del 07 marzo 2011 in un articolo riguardante le dimissioni del Ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi a seguito della gestione degli scavi archeologici di Pompei, patrimonio mondiale dell’umanità, dove a causa dell’incuria in breve tempo si sono verificati due crolli in antichi edifici molto importanti. L’articolo comincia con queste parole: “È proprio un lavoro da sogno: ministro della cultura dell’Italia, del paese che ospita un sesto del patrimonio mondiale. Bellezze e tesori di tre millenni, per i quali l’Italia è invidiata da tutto il mondo, teatri come la Scala e La Fenice. Tuttavia Sandro Bondi la settimana passata ha comunicato che vuole dimettersi al più presto”. [1]
È dunque un “lavoro da sogno” essere il Ministro della Cultura italiano, l’Italia, infatti, ancora oggi è una terra mitica, dove arte, architettura, cultura, storia, natura, clima mite, buona tavola e ospitalità attraggono schiere di turisti dai quattro angoli del globo.
Un’altra dimostrazione di questa ammirazione per lo stile italiano viene data ancora una volta dalla stampa: la rivista mensile di architettura e design AD ha dedicato, infatti, il numero di aprile 2011 interamente al nostro Paese, dando anche ampio spazio alla mostra “ITaliens” ospitata all’interno dell’Ambasciata italiana a Berlino.
Dunque, all’amore incondizionato che dura da secoli per il Belpaese si aggiunge quello per gli italiani, per definizione spontanei, allegri, spensierati e vitali. Ogni abitante della Penisola nell’immaginario comune tedesco è simpatico, fantasioso e un po’ artista!
Tuttavia nonostante i tedeschi lo considerino bonario e indulgente, non lo prendono sul serio. L’italiano, del resto, racchiude in sé molte virtù ma anche molti vizi: egli infatti è inaffidabile, ritardatario, imbroglione, scansafatiche, al ristorante urla, quando parla gesticola troppo, inoltre non sa staccarsi dalla mamma e probabilmente è anche un po’ mafioso; tutte queste “qualità” lo rendono del tutto diverso dal tedesco. Su questo divario tra modo di vivere, agire e pensare da tedesco e quello da italiano si fondano tutti gli stereotipi più noti.
Questa immagine che gli stranieri hanno di noi diventa materiale per film e serie tv, che mettono in luce stereotipi estetici e culturali provenienti dal passato o dovuti alla nostra immagine nel presente.
Gli stereotipi estetici (ad esempio sul modo di vestire o sul colore dei capelli) possono risultare un po’ irritanti, ma sono del tutto innocui e passeggeri; gli stereotipi culturali, al contrario sono più duraturi e radicati nelle coscienze, poiché sono il risultato dell’esito negativo di uno stretto contatto tra due culture.
In Germania, dunque, come del resto altrove, gli italiani si trovano costretti a fare i conti con stereotipi e pregiudizi sia estetici che culturali, che hanno un effetto di distorsione della realtà. Non si è per così dire “neutri” nel considerare i nostri connazionali, ma si parte senz’altro da un bagaglio culturale e da sovrastrutture dovute agli stereotipi che favoriscono incomprensioni e scarsa considerazione.
Questa idea dell’italiano creata da quei tedeschi che, per dirla alla maniera degli antropologi, sono stati “osservatori partecipanti” hanno cioè vissuto in Italia, hanno trascorso del tempo fra gli italiani, hanno intessuto relazioni con loro, hanno passato le loro vacanze nel Belpaese e magari proprio qui hanno comprato una seconda casa, resta pressoché invariata nel corso degli anni. Ma in fondo noi italiani “la prendiamo sportivamente” e non siamo più di tanto toccati dall’immagine che al di là delle Alpi hanno di noi. Chi paga le conseguenze di questa pessima pubblicità che ci siamo fatti e che ci hanno fatto, degli stereotipi e dei pregiudizi a volte infondati che si sono creati attorno alla figura dell’italiano, sono proprio i connazionali residenti all’estero. Essere italiano in Germania molto spesso rappresenta un malus, una penalizzazione.
Attualmente la comunità italiana in Germania è dunque caratterizzata da una contraddizione: mentre cresce, in virtù dell’appartenenza all’UE, l’inclusione formale nei diritti di cittadinanza, civili e politici, per via della situazione scolastica, formativa e professionale (lavori precari o poco qualificati e disoccupazione), essa è soggetta a forme di esclusione, che diminuiscono di fatto l’inclusione nei diritti di cittadinanza sociale.
Dal Piano Paese 2010-2012 risulta evidente che i giovani italiani in Germania si imbattono in forme di esclusione che hanno origine dalle difficoltà dell’inserimento scolastico: come gli scolari tedeschi delle classi sociali più deboli, così molti alunni italiani faticano per vari motivi a raggiungere il traguardo della maturità oppure frequentano molto spesso scuole che offrono poche o relative opportunità professionali e di carriera.
Le cause di tale situazione non soddisfacente sono imputabili al sistema scolastico tedesco, che impone ai bambini una scelta tra i possibili tipi di scuola in età troppo precoce e di fatto impedisce agli Italiani di recuperare il prevedibile svantaggio linguistico iniziale; tuttavia è necessario considerare anche l’elevata mobilità delle famiglie e i conseguenti cambi di istituto che impediscono allo studente di familiarizzare con compagni e insegnanti. Nel caso specifico delle famiglie italiane si aggiunge poi l’inadeguata consapevolezza dell’importanza del successo scolastico dei figli; il guadagno economico immediato, infatti, viene quasi sempre preferito all’investimento insito in un percorso scolastico di livello. Come scrive al riguardo Andrea Dernbach in un articolo apparso su “Der Tagesspiegel”, nell’ambito familiare italiano di fronte ai fallimenti scolastici si ha la tendenza a minimizzarli e a spingere i figli verso l’orizzonte di un pronto guadagno: “Non fa niente, puoi lavorare dallo zio Pippo”. [2]
Ancora imputabile ai genitori è il fenomeno del semilinguismo, che rappresenta un ulteriore ostacolo nella strada verso il successo, ma che tuttavia costituisce una condizione comune a moltissimi immigrati, i quali in famiglia non parlano tedesco ma la propria lingua madre determinando così una conoscenza parziale e imperfetta della lingua del paese ospite.
La politologa italiana Edith Pichler docente della Humboldt-Universität di Berlino nel suo studio pilota dal titolo Junge Italiener zwischen Inklusion und Exklusion. Eine Fallstudie ha condotto un’analisi sul tema dell’integrazione scolastica nel sistema tedesco intervistando 22 giovani italiani tra i 17 e i 32 anni. I risultati di questo studio, benché non considerabili esaustivi, dato il ridotto numero di intervistati, sono a dir poco scoraggianti.
I nostri connazionali all’interno della società tedesca oscillano tra inclusione ed esclusione e la situazione diventa più o meno allarmante a seconda dei Länder in quanto ogni regione ha il suo sistema scolastico. Edith Pichler nota come Berlino costituisca un caso a sé, dove si registra una situazione positiva con elevato tasso di successo scolastico
Berlino, infatti, appare come un'isola felice mentre i Länder della Baviera e del Baden-Württemberg risultano essere le regioni in cui più basso è il grado di istruzione ed integrazione della nostra comunità e più alto è, di conseguenza, il disagio sociale.
I dati sono sconcertanti: il numero di alunni italiani nelle Sonderschule o Förderschulen (scuole differenziali che ospitano scolari che presentano difficoltà di apprendimento) oscilla tra il 7 e l’8%, la percentuale più elevata rispetto ad altri gruppi stranieri e pari a circa il doppio di quella tedesca. Il 48% frequenta la Hauptschule (scuola dell’obbligo, corrispondente alle antiche scuole di avviamento al lavoro e poco qualificante professionalmente) e poco più del 20% la Realschule (una istituzione meno prestigiosa del Ginnasio ma che apre la porta alla formazione di tecnici qualificati), mentre solo il 17-18% frequenta il Ginnasio, la scuola di élite che consente l’accesso completo all’istruzione universitaria. Inoltre, una quota stimabile intorno al 10% della popolazione scolastica non ottiene il diploma di completamento della scuola dell’obbligo. [3]
Gli scolari italiani a Berlino, invece, hanno un tasso molto basso di frequenza nella Förderschule (2,29%) e nella Hauptschule (9,6%), mentre più della metà (50,6 %) frequenta il Gymnasium. Questi risultati derivano dalla maggiore elasticità del sistema scolastico di Berlino, dove dopo sei anni di scuola comune è prevista la suddivisione nei diversi campi del livello secondario, mentre nel Baden-Württemberg, ad esempio, questa avviene dopo soli 4 anni di Grundschule. Attraverso progetti bilingui gli alunni sperimentano una rivalutazione delle loro competenze culturali e sociali. Inoltre in una società globalizzata le competenze linguistiche e sociali bi-culturali rappresentano un’ulteriore qualifica e in questo caso il mantenimento della cultura d’origine diventa un veicolo per l’inclusione. [4]
A Berlino inoltre è presente una comunità italiana atipica: la composizione di questa collettività è frutto di un’immigrazione diversa da quella degli altri Länder, l’industria berlinese ha infatti cominciato in grande ritardo a reclutare forza lavoro rispetto al resto del Paese, e spesso gli italiani che qui sono emigrati erano di estrazione sociale più elevata e possedevano un bagaglio culturale più ricco rispetto ai lavoratori che si recarono nel sud della Germania.
L’emigrazione italiana verso la Germania è caratterizzata da una lunga storia, il cui inizio si può far risalire al 1955 quando i due Paesi iniziarono a stipulare una serie di accordi bilaterali per il reclutamento della forza lavoro che portarono ad un graduale flusso migratorio. Il massiccio numero di disoccupati, soprattutto nel Sud Italia, andò a sopperire la mancanza di manodopera nella Repubblica Federale creando il fenomeno dei Gastarbeiter, i lavoratori ospiti, dai quali non ci si aspettava uno stanziamento in Germania, bensì una sorta di “soggiorno” temporaneo con la finalità di un rientro in Italia; i circa quattro milioni di italiani, in larga parte meridionali, che nei decenni successivi lasciarono il proprio Paese e la propria famiglia per partecipare alla ricostruzione del sistema industriale e sociale di un Paese devastato dalla guerra non venivano quindi considerati propriamente immigrati, erano definiti appunto “ospiti”. I primi ad emigrare si fermarono nel Sud della Germania e furono impiegati in ambito agricolo, nell'industria dell'acciaio, in quella mineraria e in quella edilizia. Poi, a partire dal 1961, ad emigrare fu sempre di più una forza lavoro scarsamente qualificata: gli operai arrivati erano poveri, disperati, con scarse o nulle conoscenze della lingua tedesca, con una bassa istruzione scolastica e si stabilirono nei sobborghi delle grandi città vivendo in condizioni sociali, economiche e igieniche degradate e degradanti.
Era un’emigrazione sostanzialmente di genere maschile, almeno fino al 1973, anno in cui in Germania fu stabilita la sospensione della politica di reclutamento. Tra il 1981 e il 1982, iniziò addirittura una vera e propria politica per incentivare il rientro, opzione che però pochissimi italiani presero in considerazione, la maggior parte scelse invece il ricongiungimento familiare, cosicché in Germania diminuì il numero di lavoratori stranieri, ma al contempo crebbe la popolazione immigrata.
Un’altra fase di forte emigrazione italiana in Germania si ebbe in corrispondenza della caduta del muro di Berlino: tra il 1994 e il 1996 con la ricostruzione della Germania Est aumentò il numero degli italiani, ma successivamente circa 300 mila rientrarono in patria e al 31 dicembre 2002 la cifra si assestò sulle 610.000 unità, soprattutto uomini (59,3%) di cui il 28,2% nati in Germania. [5]
Attualmente sono presenti in Germania circa 677.000 cittadini italiani (dato aggiornato al settembre 2009 secondo le rilevazioni degli Uffici consolari) e si parla di figli di immigrati fino alla quarta generazione.
La popolazione italiana è concentrata soprattutto nelle regioni meridionali e centrali: le circoscrizioni consolari di Stoccarda, Friburgo e Monaco di Baviera presentano da sole 320.000 connazionali, quelle di Francoforte, Colonia e  Dortmund accolgono 290.000 italiani. [6]
Questi oltre 650.000 individui costituiscono l'8,3% della popolazione straniera: la comunità italiana risulta essere la terza in Germania, dopo quella turca e balcanica. Tuttavia, rispetto a queste, la nostra dovrebbe risultare privilegiata per via dell’appartenenza all’UE che le garantisce diritti di cittadinanza, civili e politici, eppure gli italiani, tra gli stranieri residenti in Germania, sono ancora oggi quelli con gli impieghi più bassi e con il maggiore grado di difficoltà di inserimento sociale.
La collettività infatti è perlopiù composta da lavoratori dipendenti impiegati nel settore dell’industria meccanica, chimica ed  elettrica, anche se cresce costantemente il numero di italiani inseriti nel commercio e nei servizi, nel mondo imprenditoriale e finanziario, nella docenza universitaria e nella ricerca scientifica. Inoltre si stima che siano attive circa 25.000 piccole imprese italiane nel settore della ristorazione (ristoranti, pizzerie, gelaterie etc.), le quali se da un lato presentano vantaggi andando a creare posti di lavoro per chi viene dall’Italia (essendo queste imprese spesso a conduzione familiare) dall’altro lato rischiano di frenare ulteriormente l’integrazione dal momento che questo tipo di impieghi si “tramanda” di generazione in generazione e non favorisce l’ascesa sociale.
Come si è già visto nell’ambito scolastico, anche in quello lavorativo è difficilissimo elevarsi da classi sociali medio-basse, questo deriva in parte dalla posizione sociale di partenza, dall'emarginazione ereditata dai propri familiari e dalla chiusura in se stessa della comunità italiana.
Risulta evidente che questo processo rischia di essere un “circolo vizioso” da cui è pressoché impossibile uscire: a causa della mancata integrazione sociale dei genitori e della comunità italiana in generale, i giovani connazionali patiscono una mancata integrazione a livello scolastico; questo porta la maggior parte di loro a frequentare scuole differenziali, o a prendere solo la licenza delle Hauptschulen (o peggio, il 20% abbandona addirittura la scuola senza alcun titolo [7]); frequentare scuole poco qualificanti o Sonderschulen è una macchia che li accompagnerà per tutta la vita, andando così ad influenzare la loro futura integrazione sociale e lavorativa (quindi economica), questa generazione, una volta adulta, sarà afflitta dunque del medesimo disagio sociale subito dai genitori.
La questione dell’integrazione è avvertita come una necessità sia dalle autorità tedesche che dagli organismi italiani presenti in Germania; da entrambi i fronti, infatti, arrivano tentativi di distensione e risoluzione del fenomeno. Da parte italiana, grazie ad enti tra cui CGIL Bildungswerk, Com.It.es e Co.as.sc.it,vengono organizzati corsi di lingua e cultura italiana e corsi di sostegno di tedesco e matematica, le materie scolastiche che risultano più difficili, sulle quali si calcola la media dei voti, che concorre a determinare l’orientamento scolastico successivo alla Grundschule. Inoltre, attraverso misure bilaterali, dal 2005 la nuova legge sulla cittadinanza offre la possibilità di acquisire la nazionalità tedesca conservando nello stesso tempo quella italiana.
Già nel 2006 Angela Merkel ha indetto il primo vertice sul tema dell’integrazione nazionale coordinato dal Ministro per le Politiche di Migrazione Maria Böhmer, coinvolgendo oltre alle rappresentanze istituzionali (Governo, Länder e Comuni), anche organismi non istituzionali tra cui organizzazioni sindacali e di pubblica assistenza, fondazioni, comunità religiose ed associazioni sportive fino ai datori di lavoro e ai migranti stessi.
Un fatto significativo degli ultimi tempi è stata proprio l’ammissione da parte della Merkel del fallimento del “modello multiculturale”. Infatti molte comunità straniere in Germania non si diluiscono all’interno della società tedesca e continuano a vivere come in un ghetto, frequentando solo il negozio etnico, la chiesa o la moschea, intessendo rapporti di amicizia ridotti esclusivamente ai connazionali o ai correligionari. Il governo si propone pertanto di continuare ad accogliere gli stranieri solo se questi dimostreranno di volersi pienamente integrare nella società locale; lo strumento principale per il raggiungimento di questo obiettivo è, come già accennato prima, la volontà di imparare la lingua tedesca. [8]
Da quanto affermato finora risulta evidente che gli italiani in Germania non hanno esattamente “vita facile”, spesso devono fare i conti con un diffuso disagio sociale, con discriminazioni che nascono in ambito scolastico e poi si riflettono in ambito lavorativo, insomma si trovano a combattere una guerra quotidiana per affermarsi nella rigida società tedesca. Come se tutto questo non bastasse, i nostri connazionali all’estero sono costretti a combattere anche contro un ben più subdolo nemico: i pregiudizi!
Per quanto le barriere scolastiche, lavorative e sociali siano superabili a costo di sforzi immensi e di impegno totale, contro le “credenze popolari” c’è poco da fare: sono pressoché inestirpabili.
Gli italiani all’estero pagano il prezzo della scadente reputazione di cui gode il Belpaese, di quella ammirazione mista a derisione e pena che provano gli stranieri verso l’Italia: patria di grandi vizi e di grandi virtù.
A chi, durante un soggiorno all’estero, non è capitato almeno una volta di sentirsi chiedere delucidazioni su Berlusconi, su veline ed escort, o magari, di fronte a nostalgici dei vecchi cliché, sulla mafia?
Questi visi pallidi coi capelli biondi e gli occhi azzurri ti guardano con compassione mentre ti chiedono con tono grave e un po’ scandalizzato: “Ma è vero che in Sicilia c’è la mafia?”, “Ma è vero che Berlusconi fa i festini con le minorenni?”, “Come fate a sopportare tutto questo? Una cosa del genere in Germania non potrebbe esistere!”… E mentre cerchi di argomentare una risposta seria, mordendoti la lingua per tenere a freno la voglia prorompente di nominare Hitler e compagnia bella, vedi nei loro occhi quella pietà un po’ schifata e supponente, che ti fa capire che qualunque cosa tu stia per dire sarà inutile; ormai, in virtù della tua nazionalità sei marchiato a fuoco; non hai bisogno di spiegare, loro già sanno il motivo, in fondo, tutti gli italiani sono così, un po’ ladri, un po’ pervertiti, un po’ mafiosi. Ma soprattutto: pigri! Niente è cambiato nei secoli e niente cambierà, basta saperlo, basta togliersi il Rolex quando si fa la visita guidata a Pompei o nella valle dei templi, basta non farsi fregare dai commercianti nel Belpaese, basta non aspettarsi puntualità dai mezzi pubblici della città eterna e basta soprattutto continuare ad essere differenti, non rinunciare all’efficienza tedesca in ogni campo.
Anche se esula dal periodo preso in considerazione in questa ricerca (Marzo 2011) voglio citare un articolo apparso su “Die Welt” a febbraio che ritengo calzante; si analizzano le sorti di un politico come Berlusconi in un paese come la Germania e si lascia trasparire il perché del suo immutato consenso in Italia: “Il Presidente del Consiglio italiano ha avuto successo perché si è presentato come Antipolitico e ha celebrato la voglia di potenza. Il fatto che abbia potuto governare così a lungo, dipende dalla fondamentale debolezza dell’opposizione di sinistra. Posto che un politico tedesco di massimo livello sarebbe immediatamente sospettato, se organizzasse festini sconvenienti nella sua dimora privata, se in cambio di denaro invitasse giovani donne di dubbia fama, pagasse per fare sesso e se per proteggere una di queste signore cercasse di fare pressioni sulla polizia. Non ci si può immaginare cosa succederebbe allora. Il signore sarebbe istantaneamente liquidato, il suo partito si ritroverebbe in una valle di lacrime, e probabilmente per l’intera Repubblica la gente, scuotendo la testa, si lascerebbe andare a teorie morali e sociali, su come ci si fosse potuti spingere tanto lontano. Qui da noi è già tanto se un politico cristiano-sociale in carica balza agli occhi nella al confronto pudica impresa, di crearsi accanto a quella ufficiale una seconda famiglia non ufficiale. Perché in Italia il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, circondato dagli scandali, a cui viene rimproverato tutto questo e contro cui i giudici milanesi da lui così odiati hanno richiesto una procedura d’urgenza, non si è ancora dimesso o è agli sgoccioli? […] Berlusconi rappresenta il narcisista, la spacconeria italiana, che […] guida la Vespa, fischia dietro alle donne e che si abbandona a fantasie sulla propria grandezza, bellezza e attrattiva non più consone all’età”. [9]
In terra teutonica, dunque il fantapolitico Berlusconi si sarebbe dimesso già da tempo immemore, nella pigra e indolente Italia, egli è ancora saldamente al potere e il motivo è perché egli rappresenta un po’ tutti gli italiani; in fondo Berlusconi è l’Italiano medio, che si pavoneggia delle proprie conquiste, che esibisce la propria virilità, che guarda e fa apprezzamenti alle belle donne, che racconta barzellette e fa battute di spirito, non riuscendo ad essere serio neanche di fronte a capi di stato e teste coronate.
Berlusconi e le sue “gesta” suscitano moltissimo interesse nei lettori e ormai i giornalisti non perdono occasione per dirottare il discorso sulla politica.
Troviamo conferma di quanto finora detto su “Der Tagesspiegel” in un’intervista al tenore Vittorio Grigolo; nell’articolo si dedica inizialmente ampio spazio alla sua carriera, ai sacrifici fatti, a celebrare i suoi successi si discute di alcune arie famose, dopodiché Christine Lemke-Matwey conclude con un ultima domanda: “Ancora una parola sulla situazione della cultura italiana, su Silvio Berlusconi?”. A questa domanda il tenore decide di non rispondere, definendosi un ambasciatore di cultura. [10]
Questo è un po’ il quadro [11] in cui si trovano a vivere i nostri connazionali all’estero, dove tutti sono un po’ prevenuti nei nostri confronti, il fardello che quotidianamente li accompagna; può sembrare banale, ma è un’aura che purtroppo volenti o nolenti si portano dietro.
Questi pregiudizi non risparmiano nessuno, lo sa bene il Presidente Mario Draghi, che prima di arrivare al vertice della Banca Centrale Europea è stato attaccato dalla stampa tedesca e ritenuto inadatto al ruolo proprio per i suoi natali; la “Süddeutsche Zeitung” si è schierata contro di lui: “Per prima cosa viene dall’Italia, un paese in pessime condizioni finanziarie, la cui reputazione in Europa è penalizzata a causa del governo Berlusconi”. [12]
Laura Della Pasqua, nel suo articolo, riferisce che il “Wall Street Journal” ha scritto riguardo ai candidati alla successione di Trichet: “«Draghi non convince i tedeschi: è italiano» e ricorda le difficoltà del Cancelliere Angela Merkel che «non vuole scatenare la furia popolare mettendo alla guida della moneta unica qualcuno che venga da un indebitato paese mediterraneo». Il pregiudizio che domina in Germania è che i Paesi del Nord Europa sono più attenti al rigore dei conti mentre quelli del Sud avrebbero una propensione più spiccata al debito. A questo si aggiunge che l'Italia si porta dietro la macchia di Paese «indisciplinato» con un alto debito pubblico e un'evasione incontrollata”. [13]
Si unisce al coro Beda Romano: “La stampa popolare tedesca ha preso di mira il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Non tanto per scelte sbagliate di politica monetaria, per un'esperienza professionale limitata o per una preparazione tecnica insufficiente. In realtà gli attacchi contro il banchiere centrale riguardano la sua nazionalità. Agli occhi di alcuni in Germania è inconcepibile avere un italiano alla guida della Banca centrale europea. Nei giorni scorsi il quotidiano popolare Bild, che ogni giorno vende tre milioni di copie e ha circa dodici milioni di lettori, si è lanciato a testa bassa. […] il giornale ha elencato i potenziali candidati alla guida dell'istituto monetario. Accanto alla foto di Draghi si leggeva: «Per favore non questo italiano». «Mamma mia - scriveva Bild - per gli italiani l'inflazione nella vita è come la salsa di pomodoro sulla pasta». Il giornale notava poi che il governatore italiano è stato vice presidente di Goldman Sachs tra il 2002 e il 2005 «proprio nel periodo in cui la banca avrebbe aiutato il governo greco a truccare il debito  pubblico»”. [14]
Mi pare evidente che, almeno all’inizio, il curriculum di Mario Draghi poco contava rispetto alla voce “nazionalità”...
Ultimamente poi, il gossip e gli scandali ci hanno fatto diventare il bersaglio prediletto, l’Italia è divenuta un vero e proprio caso mediatico; nel primo trimestre 2011, infatti la stampa tedesca ha dedicato al nostro Paese ben 548 articoli, registrando un aumento sostanziale (+ 67%) rispetto all’ultimo trimestre del 2010: alla politica è stato dato risalto maggiore con 224 articoli (con un aumento del 68%), seguita da economia (145 articoli, + 110%), cultura (116 articoli, + 48%), e cronaca (63 articoli). [15] La stampa tedesca è molto interessata alle vicende del nostro paese poiché nessuno si spiega il mistero degli italiani inermi che restano a guardare il lento declino. L’idea che il mondo si sta facendo di noi è quella di un paese con un governo debole e un futuro incerto e questo fatto ha anche grosse ripercussioni economiche, perché allontana gli investimenti e la crescita di cui necessitiamo. Chi ci guarda da fuori fa fatica a credere che gli italiani non siano tutti come Berlusconi o come i politici al governo. Ci si stupisce che a rappresentare gli italiani, il popolo della cultura, sia una classe dirigente al degrado sociale.
Sulla “Berliner Zeitung” troviamo una conferma di questo atteggiamento in un articolo dal titolo molto eloquente: “Dove fioriscono i limoni. Per il 150simo compleanno: Cosa rende l’Italia così amabile nonostante Berlusconi”. [16] Gli autori dell’articolo (Carmen Böker, Cornelia Geißler, Jörg Hunke, Markus Lotter) elencano i motivi per cui guardare ancora all’Italia con ammirazione e struggimento: in ambito calcistico siamo famosi e apprezzati per la tattica del “catenaccio”, nella moda il made in Italy conserva il suo fascino immutato, nella letteratura sono apprezzate le storie del commissario Montalbano di Andrea Camilleri, nel settore automobilistico si riconosce l’eccellenza della Ferrari, infine in ambito culinario viene elogiata la Nutella e in conclusione si afferma: “Nel paese dove fioriscono i limoni, gli amici del palato si sentono a casa”. [17]
Le qualità gastronomiche italiane non sono mai messe in discussione…
L’introduzione di questo articolo ci offre uno spunto di riflessione, si dice infatti: “L’Italia è stata nei secoli il paese della nostalgia dei tedeschi. Artisti e scrittori vi hanno intrapreso viaggi di formazione, che hanno influenzato il loro punto di vista sul mondo e la loro immagine umana. La pittura e la musica italiane hanno influenzato le abitudini europee. La cucina italiana è di casa in mezzo mondo. Il Paese, che ora festeggia il 150° anniversario della sua costituzione come stato, ha nettamente perso attrattiva da quando Silvio Berlusconi è al governo in continuazione. Così oggi Italia significa anche corruzione e media deboli. Tuttavia ci sono ancora abbastanza motivi per guardare all’Italia pieni di nostalgia”. [18]
Conferma di questo parere è reperibile nella “Süddeutsche Zeitung” del 29 marzo 2011, dove si promuove una mostra d’arte, ma non si perde l’occasione per contrapporre l’Italia, terra d’arte e di storia,  alla figura di Berlusconi e del governo italiano: “Dimentichiamo per un attimo Berlusconi e Co, a cui è riuscito spostare il giudizio sull’Italia attraverso uno spaventoso miscuglio di distruzioni culturali e farse politiche. È la varietà dei colori, della luce e dei magnifici paesaggi dalle Alpi alla Sicilia, che ha da sempre attirato i viaggiatori. Città di ogni sorta conservano storia e cultura. Qui le arti hanno trovato un ambiente ideale, sono cresciute musica e pittura, letteratura e cinema, moda e design. A sud delle Alpi, anche dopo 150 anni dall’unità dello stato, si può essere orgogliosi del proprio Paese”. [19]
Anche in questo caso la morale è la stessa: nonostante Berlusconi l’Italia ha un patrimonio culturale e paesaggistico ammirevole; ciò non toglie che sia un paese debole, privo di volontà, senza polso e perennemente indeciso, Thomas Schmid, ad esempio intitola un articolo “L’Italia ha 150 anni ed è ancora divisa”. [20]
In occasione delle elezioni in Sachsen-Anhalt, Baden-Württemberg e Rheinland-Pfalz, le emittenti televisive pubbliche ARD e ZDF hanno scelto il volto di Berlusconi per una campagna apparsa sui giornali locali, internet e portali di informazione; lo slogan scelto “Una democrazia è tanto forte quanto lo sono i suoi media” e il sottotitolo “Grazie alle vostre tasse possiamo garantire un’informazione politica indipendente” servono ad attirare l’attenzione sull’importanza dei media indipendenti finanziati dallo stato che, seguendo in maniera imparziale le vicende politiche, possono garantire una buona informazione prima del voto.
Sulla rivista economica “Handelsblatt” la campagna viene commentata così: “Almeno secondo il giudizio di ARD e ZDF il presidente del consiglio italiano rappresenta l’esempio negativo per la libertà dei media in una democrazia. […] Il politico e imprenditore mediatico Berlusconi rappresenta come forse nessun altro il conflitto di interessi politici e imprenditoriali”. [21]
Il giudizio che se ne ricava è che la democrazia italiana è considerata debole e traballante poiché i media non garantiscono un’informazione (politica in questo caso) libera e indipendente, ma plasmata a piacimento dal magnate dei media che è allo stesso tempo capo del Governo.
In fin dei conti che cosa ci si può aspettare di buono da un paese in cui le più alte cariche dello stato fanno a botte in Parlamento? Questi episodi fanno gola alla stampa tedesca, che non perde occasione per raccontarli ai lettori: “La riunione di Berlusconi scatena una rivolta in Parlamento. […] Nella camera dei deputati a Roma si è venuti alle mani: il tumulto è scoppiato quando i parlamentari di Berlusconi hanno discusso di riforma della giustizia”. [22]
L’attenzione verso l’Italia si incentra soprattutto sugli episodi scandalistici e sulle vicende giudiziarie del Premier; tutte le maggiori testate (“FAZ”, “Süddeutsche Zeitung”, “Die Zeit”, “Die Welt”, “Financial Times Deutschland”, “Handelsblatt”) hanno dedicato all’argomento articoli a cadenza quotidiana, con titoli spesso sarcastici e quelle caratterizzate da una linea editoriale critica nei confronti del governo italiano non hanno risparmiato toni provocatori nel descrivere gli avvenimenti, dal caso Mills, a Mediatrade fino al “Rubygate”, quest’ultima trattata spesso con toni ironici vicini al gossip. [23]
È proprio a Ruby Rubacuori che sono dedicati numerosissimi articoli di taglio scandalistico, soprattutto dopo la decisione del magnate Lugner di averla al suo fianco al ballo delle debuttanti che ha scandalizzato tutti: “Ruby Rubacuori è l’ospite-scandalo del Ballo dellOpera di Vienna”. […] Sembra che la squillo abbia preso parte ai famigerati Bunga Bunga Party del capo del governo italiano Silvio Berlusconi. Berlusconi per questo motivo deve presentarsi a processo all’inizio di aprile”. [24] Il giorno successivo sempre su “Die Welt”, per chi magari non avesse colto la notizia, ci ricordano che l’ “ospite scandalo” è “la ex compagna di Berlusconi Karima al-Mahroug, meglio conosciuta come Ruby Rubacuori”. [25] La notizia all’inizio di marzo è ogni giorno su tutti i giornali poiché fa scandalo la presenza di una Escort ad un evento culturale come il Ballo delle Debuttanti: “Ballo di Vienna 2011. Clamore-Ruby e cultura”. [26] In ogni articolo non mancano i richiami a Berlusconi, ai festini a luci rosse, al fatto che Ruby fosse minorenne; non si perde occasione per sottolineare l’imbarazzo che suscita la decisione del ricco e anziano imprenditore Lugner di presentarsi a Vienna con la diciottenne: “Il 78enne con la starlette al braccio era il centro della serata. […] Anche se Karima el-Marough alias Ruby era divenuta “famosa” per il suo presunto affare con Silvio Berlusconi. I giudici milanesi accusano il Presidente del Consiglio italiano di avere pagato in cambio di sesso l’allora minorenne marocchina durante delle feste dissolute tra febbraio e marzo 2010”. [27]
Fanno scalpore i rapporti di Silvio Berlusconi con Escort e ragazze varie, purtroppo non è considerato sinonimo di integrità morale, bensì in Germania egli diviene addirittura protagonista di un film porno:
“Il film porno “Bunga-Bunga Presidente” racconta di un capo di stato che governa a sud delle Alpi e che nel tempo libero ama divertirsi con giovani donne. Chi sarà mai…?” [28] nell’articolo viene spiegato: “Cos’è il Bunga Bunga? L’espressione Berlusconi l’ha presa dal suo amico, il dittatore libico Gheddafi. Così lui chiama i giochini erotici che esercita nel suo Harem”. [29] 
Come se ciò non bastasse a farci vergognare tutti quanti, i produttori del film porno spiegano: “L’attuale situazione di Silvio Berlusconi si offre per una Porno-Parodia. Non si deve scrivere nessuna trama per le scene di sesso, poiché ci sono già nella realtà e vengono descritte dettagliatamente dai media internazionali”. [30]
“Der Spiegel” stesso qualche settimana prima aveva offerto un approfondimento sul significato della parola chiave Bunga Bunga: “Da dove viene la parola con cui gli italiani così onomatopeicamente definiscono i giochi erotici del loro Premier Silvio Berlusconi? Ruby stessa, la minorenne prostituta marocchina, ha così denominato il suo servizio al Cavaliere; il libico Muammar Gheddafi, […] intendeva con Bunga Bunga presumibilmente dei rituali dell’Harem. Originariamente il concetto è giunto nella lingua inglese dall’Impero coloniale”. [31]
Le abitudini sessuali di Silvio Berlusconi interessano moltissimo i lettori tedeschi, pressoché ogni giorno, infatti, le maggiori testate propongono articoli di taglio scandalistico, ad esempio la foto di due belle e giovani ragazze in abiti succinti è accostata a quella di Berlusconi che si lecca le labbra e la notizia recita: “Sembra che Berlusconi abbia avuto un’avventura con queste fate del meteo. […] Si dice che il Presidente del Consiglio italiano abbia pagato 33 (!) donne in cambio di sesso. […] Non male per un uomo in età pensionabile… […] ʺAnche se sono un birbone 33 donne sarebbero troppe anche per un trentenne. Sarebbero troppe per chiunqueʺ. Si è difeso così BerLUSTconi  (74)”. [32] Si noti il gioco di parole, a cui ricorrono frequentemente i media in Germania, con la parola Lust che significa voglia, piacere sessuale! E si noti anche come non si sia persa l’occasione di ricordare la non più verdissima età del Premier, che fa ancora più “schifo” agli occhi della gente se accostata all’immagine delle due giovani ragazze. Questo stile da gossip è riscontrabile pressoché ogni giorno, il bersaglio è sempre Silvio Berlusconi e il suo “harem”: “Lite tra le ragazze di Berlusconi. Bunga contro Bunga. Noemi Letizia querela Ruby. […] Si tratta della bionda Noemi Letizia (oggi 19) da Napoli, la prima minorenne che è improvvisamente apparsa al fianco di Berlusconi (74), […] poi è arrivata “Ruby” (18) la danzatrice del ventre marocchina, che sta al centro dello scandalo Bunga Bunga che riguarda il presunto abuso di ufficio e prostituzione minorile di Berlusconi”. [33]
Le parole a cui si dà risalto negli articoli sono sempre Bunga Bunga, processo, minorenni, faccenda di sesso, feste a luci rosse; [34] e in questa imbarazzante cornice non può mancare la corruzione, sempre in riferimento allo scandalo Ruby; sembra infatti che “[…] la settimana scorsa si sia tentato di falsificare la data di nascita della ballerina presso le autorità in Marocco, suo paese d’origine”. [35]
Il “miliardario, il cui successo economico ha radici oscure”, [36] come lo definisce la “Süddeutsche Zeitung” stimola la curiosità dei lettori tedeschi che “non si perdono una puntata” delle sue gesta; nel mese di marzo 2011 un’altra tematica interessante che viene proposta sui canali d’informazione a cadenza regolare è quella legata ai processi in cui il premier è indagato, e sono molti! Quest’ultimo particolare è ripetuto più e più volte: “Avanza la valanga di processi di Berlusconi. Quattro processi in sei settimane. Per il capo del governo italiano Silvio Berlusconi è cominciata una vera maratona giudiziaria”. [37]
Quest’argomento non è ovviamente esente da ironia e scherno e si cerca di elencare sempre i capi d’imputazione, poiché fanno una pessima pubblicità al Premier: “Che razza di anno orribile ha alle spalle quest’uomo: considerazione politica internazionale è scesa a zero, maggioranza di governo traballante. Risultati tremendi nei sondaggi, il secondo divorzio davanti agli occhi, tre processi pendenti, tra le altre cose per frode fiscale, abuso d’ufficio e prostituzione minorile. [38]
Fa notizia anche il fatto che non si sia mai presentato in tribunale in tutti questi anni: “Una rara apparizione: per la prima volta dopo 8 anni il capo del governo italiano Silvio Berlusconi si mostra personalmente in tribunale”. [39]
Per i tedeschi la credibilità di tutta questa situazione è molto discutibile, quasi tutto viene ridotto ad una farsa, il cui protagonista è il capo del governo: “I processi in Italia sono spesso spettacoli mediatici e qui il premier Berlusconi è nel suo elemento”; [40] inoltre non viene taciuta l’indignazione per le critiche alla magistratura e le azioni del governo che tentano di salvare il Premier da queste accuse, compreso l’immancabile confronto con altre realtà nazionali: “Attacca la giustizia, il parlamento, addirittura il presidente della Repubblica, il capo del Governo italiano lotta per la sopravvivenza politica. Quattro processi penali contro di lui sono in corso contemporaneamente. La sua maggioranza in Parlamento lavora febbrilmente a nuove leggi che possano salvarlo nella prescrizione. […] In altri stati europei bastano accuse molto minori, perché un politico si dimetta. In Italia questi criteri sono evidentemente più approssimativi”. [41]
In tema processi, fa scalpore la notizia che “Berlusconi presenta la riforma della giustizia poco prima del processo” (Berlusconi präsentiert Justizreform kurz vor Prozess, “Berliner Zeitung” del 10/03/2011.) Lo stesso titolo si ripresenta su altri quotidiani (Berlusconi präsentiert Justizreform kurz vor Prozess, “Der Tagesspiegel” dell’11/03/2011, p. 5. e Berlusconi präsentiert kurz vor Prozess Justizreform, “Der Spiegel” del 10/03/2011). Ovviamente, come già la stampa italiana, si tenta di sottolineare la “malafede” di questo disegno di legge: “Il giorno della ripresa del suo processo per corruzione, il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Silvio Berlusconi ha presentato il piano di riforma della giustizia. Gli osservatori e l’opposizione valutano il disegno di legge come un tentativo di Berlusconi, di indebolire gli odiati giudici e pubblici ministeri. Berlusconi nega ogni collegamento con i propri problemi con la giustizia”. [42]
La tematica viene approfondita su varie testate nei giorni successivi: “Il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi vuole limitare sensibilmente i diritti dei giudici e dei pubblici ministeri con una riforma della giustizia. […] Non c’è nessun nesso col processo già stabilito contro lui per lo scandalo sessuale con l’allora minorenne marocchina di nome Ruby, ha detto Berlusconi dopo la riunione del Consiglio dei Ministri. […]: "Con questa spada di Damocle sulla testa i Pubblici Ministeri ci penseranno due volte prima di avviare inchieste contro di me", avrebbe detto Berlusconi secondo il giornale La Repubblica”. [43]
La satira è costante e spietata; “Die Welt” propone Berlusconi come successore di Jörg Kachelmann, conduttore delle previsioni del tempo in televisione, arrestato con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di una donna con cui aveva una relazione: “Un posto vacante da lungo tempo nella televisione tedesca presto verrà di nuovo occupato. Fortuna nella sfortuna per Silvio Berlusconi (anni 74, capelli e denti 2): in coincidenza con il suo processo breve per abuso d’ufficio e rapporti con prostitute minorenni, un nuovo allettante incarico attende il premier italiano. Il Cavaliere deve presentare il meteo nella TV tedesca. […] "Non c’è nessuno migliore di lui per questo lavoro", dice un giornalista italiano, "alla fine lui si è sempre comportato come Dio". Il sensazionale trasferimento sarebbe possibile attraverso un accordo per lo scambio di prigionieri tra Germania e Italia. […] Il vantaggio: […] un caso come quello di Jörg Kachelmann in Italia non viene dibattuto. E anche Silvio Berlusconi è contento: "Da tutto quello che ho sentito dire di Jörg, non potrei immaginare nessuno migliore di lui come mio successore al ruolo di Presidente del Consiglio"”.[44]
Il premier è una preda troppo allettante per la satira; è noto come ai tedeschi piacciano i giochi di parole e il cognome del Presidente del Consiglio viene fatto oggetto di storpiature a seconda di cosa si vuole sottolineare, come già visto in precedenza con la parola Lust (piacere/voglia); in questo caso la parola inserita è Frust, la maniera colloquiale per dire Frustrazione: “Accidenti! Silvio BerFRUSTconi. Silvio Berlusconi viene colpito non solo politicamente! […] Dopo un anno dall’attacco a Milano (un uomo gli aveva lanciato una statuetta in faccia) Berlusconi è dovuto andare sotto i ferri: operazione alla mandibola. Presto potrà tornare a sgranocchiare giovani verdure…”. [45]
L’imbarazzante immagine del capo del Governo italiano che si ricava dalla lettura dei risultati di questa ricerca non ha bisogno di ulteriori commenti…
Ma non c’è solo Silvio Berlusconi a fornire agli organi d’informazione materiale su cui attaccare e criticare il Belpaese.
Dai dati dell’Ufficio Stampa dell’Ambasciata emerge nel primo trimestre 2011 la grande attenzione dedicata dalla stampa tedesca alla situazione dei profughi tunisini a Lampedusa; soprattutto in relazione alle conseguenze sul piano europeo che questo fenomeno comporta; nascono infatti polemiche per gli aiuti chiesti dall’Italia per gestire questa situazione, aiuti che Germania e Francia non si sentono in obbligo di dare, scegliendo di restare indifferenti, lasciando l’Italia, a cui viene data pochissima fiducia, a gestire l’emergenza con le proprie forze.
Ma la fonte maggiore di apprensione diventa nel mese di marzo l’emergenza Libia e tutte le testate tedesche dedicano ampio spazio sia al dramma dei profughi libici a Lampedusa, che vanno a aumentare le difficoltà già create dall’esodo dei tunisini, sia alla decisione italiana di partecipare alla missione militare, nonostante l’amicizia di Berlusconi con Gheddafi. Pressoché ogni giorno si susseguono articoli che raccontano dei rapporti Italia-Libia, e che mostrano foto sorridenti dei due leader alludendo alla particolare amicizia che c’è tra di loro: “Nessun paese europeo è legato economicamente e politicamente in modo così stretto con la Libia come l’Italia. Si scambiano petrolio, gas e soldi in cambio di armi e aiuto politico. Tuttavia ora il governo a Roma teme l’amico di un tempo Gheddafi. […] Questa era una vera amicizia fra uomini! Muammar Gheddafi, il sedicente capo rivoluzionario della Libia ha invitato il suo "amico"di Roma, il capo del Governo Silvio Berlusconi, addirittura nel suo Harem e gli ha insegnato i giochini erotici del Bunga Bunga. Berlusconi si è sdebitato a modo suo. In un incontro con i capi di stato arabi a Sirte in Libia durante la scorsa primavera ha baciato la mano al "Rais" in segno di saluto; un gesto di quelli che capitano solo al Papa. A lungo l’Italiano si è mantenuto fedele al suo compagno trans-mediterraneo. Ancora la settimana passata, quando Gheddafi in patria fece abbattere e bombardare i cittadini dimostranti, Berlusconi si è rifiutato di pronunciare una sola parola di critica”. [46]
Nei primi mesi del 2011 sono stati dedicati vari articoli alla lotta contro le mafie, anche alla luce della retata internazionale contro la Ndrangheta che ha interessato anche la Germania, e proprio la parola mafia è spesso accostata al nome del nostro paese come ad esempio nell’articolo Il ritratto: Il ministro italiano con contatti mafiosi; [47] questo perché ormai l’Italia è indissolubilmente legata a questo vecchio pregiudizio, la mafia resta come una macchia indelebile nella storia e nel presente del nostro paese, e questo come già accennato condiziona la considerazione che i tedeschi hanno degli italiani, anche quelli che risiedono in Germania da varie generazioni, poiché nel profondo qualcosa di marcio in noi c’è sempre, qualcosa di corrotto, un’onta che non si lava via neanche dopo anni di residenza all’estero.
Un altro fatto di cronaca che ha segnato molto l’opinione pubblica tedesca è stato il disastro di Fukushima; in concomitanza con questa tragedia, ha colpito molto la decisione italiana di riprendere “l’avventura” col nucleare. Molti quotidiani hanno dedicato alcuni articoli sulla scelta di avviare un programma per la costruzione di nuove centrali, scelta chiaramente imputata alla scelleratezza del capo del Governo: “L’Italia, poco dopo la catastrofe di Chernobyl nel 1987 tramite un referendum è uscita dal programma dell’energia nucleare. Silvio Berlusconi però adesso vuole rientrarci”. [48]
Per i tedeschi è inevitabile muovere delle critiche all’Italia soprattutto alla luce del paragone con la Germania: “L’Italia si tiene stretto il suo programma per nuove centrali atomiche, mentre in Germania sette centrali nucleari vengono fermate a causa degli avvenimenti in Giappone”. [49]
In questo clima di dibattito sul nucleare c’è comunque spazio per la satira e nei giorni successivi al disastro di Fukushima, quando ancora si temeva la fusione delle barre combustibili all’interno dei reattori danneggiati dal terremoto e dal successivo tsunami l’edizione online di “Die Welt” pubblica una vignetta satirica che ha come protagonista proprio il Premier italiano, in quel momento su tutti i giornali per via dei suoi processi e degli scandali sessuali. La vignetta consiste in una foto dell’incontro avvenuto il 14 marzo 2011 a Palazzo Chigi tra Silvio Berlusconi e Josè Manuel Barroso, allora Presidente della Commissione dell’Unione europea, con su scritto “Berlusconi interviene nella discussione sul nucleare”; ai due poi vengono attribuiti dei fumetti e Barroso si rivolge al capo del Governo italiano dicendo: “Che cosa mi tocca leggere? 13 volte sesso con questa Ruby…” e Berlusconi risponde: “Come si può ben vedere la mia barra di combustibile funziona alla perfezione!“. [50]
Questa vignetta è decisamente imbarazzante, anche se la satira si sa, non risparmia nessuno…
È vero però che il Premier ha offerto molti motivi per essere denigrato e preso in giro con il suo modo di fare da buffone, le barzellette, le sue battute sconce e soprattutto con gli scandali relativi alla sua vita privata; purtroppo l’immaginario collettivo identifica nella figura di Silvio Berlusconi tutta una nazione e questo fa perdere di vista le qualità dei singoli. Agli occhi degli stranieri noi italiani siamo tutti un po’ come Silvio Berlusconi, buffoni, raccontiamo barzellette, fischiamo dietro alle belle donne, siamo spacconi e gradassi, amiamo i grandi proclami e le fanfare, tentiamo sempre di ingigantire i nostri pregi e sminuiamo i difetti, anzi proprio non li vediamo, lasciamo correre, ci perdoniamo tutti gli errori, che è un po’ lo stesso atteggiamento che abbiamo tenuto con il Governo Berlusconi, a lui abbiamo perdonato troppo per i gusti tedeschi, abbiamo fatto finta di non vedere troppo a lungo. A noi italiani non viene perdonato di aver lasciato correre in molte occasioni e quindi veniamo accusati di essere dei piagnoni, che si sanno solo lamentare senza rimboccarsi le maniche e di essere la causa dei nostri mali, dovremmo imparare un po’ dai tedeschi, dovremmo aspirare a quell’efficienza teutonica regolatrice; si finisce sempre qui, al confronto tra noi e loro, tra Italia e Germania, come se fosse una partita di calcio.
Chi ne fa le spese maggiormente, è chiaro, sono gli italiani residenti in Germania, che si trovano a convivere ogni giorno con i pregiudizi e si trovano a dover ammettere l’evidenza, che in Germania effettivamente tutto funziona meglio; quindi oltre al dispiacere di vivere lontani dalla propria terra e dagli affetti devono sopportare anche questa continua “umiliazione”, e sorbirsi ogni santa volta la solita litania su Silvio Berlusconi e la mafia etc etc...
Purtroppo non vengono accettati completamente; benché residenti sul suolo tedesco, queste persone portano con sé questa “macchia”, questo segno di riconoscimento, la propria origine impedisce loro di integrarsi completamente e di essere considerati alla pari.
La società tedesca non favorisce l’inclusione di queste “diversità”, benché ci conviva tranquillamente, e nonostante il quadro appaia forse un po’ esagerato, le statistiche sopraccitate parlano chiaro, non è una situazione tragica sicuramente, ma neanche si può dire che questa convivenza sia tutta “rose e fiori”.
Gli italiani all’estero vivono una condizione difficile e devono continuamente lottare per affermarsi, al di là ovviamente di alcuni isolati casi di successo e integrazione perfetta; non si può certo generalizzare troppo!
Per concludere vorrei tornare ancora una volta al nocciolo della questione, e cioè che il problema che alimenta ancora tutti i pregiudizi è dato dalla attuale considerazione dell’Italia, infatti la pessima immagine del Belpaese e della sua classe politica diventa per chi vive all’estero una croce da portare e impedisce a chi invece resta in patria di essere giudicato con obiettività. La brutta nomea che ci siamo fatti offusca tutte le meraviglie della nostra terra, e gli scandali hanno appannato il nostro glorioso passato.
In un articolo celebrativo apparso su “Der Tagesspiegel” per festeggiare il compleanno di Massimo Mannozzi, famosissimo ristoratore italiano che vive e lavora a Berlino da decenni, troviamo esplicata questa verità: “In questi tempi di Bunga Bunga cade spesso nel dimenticatoio, che c’è ancora l’altra Italia, il Paese cosmopolita e colto”. [51]







Alessandra Simonti
                                                                                                                                          29/10/2011


[1] „Ein Traumjob ist das doch eigentlich: Kulturminister von Italien, des Landes, das ein Sechstel des Weltkulturerbes beherbergt. Schönheiten und Schätze aus drei Jahrtausenden, um die die Welt Italien beneidet, Theater wie die Scala und La Fenice. Doch Sandro Bondi hat vergangene Woche mitgeteilt, dass er baldmöglichst zurücktreten will“  in Sturz in Pompei, “Suddeutsche Zeitung”  n. 54 del 07/03/2011, p. 11. [Dove non diversamente indicato le traduzioni sono mie].

[2] „Macht nichts, kannst ja bei Onkel Pippo arbeiten“. In: Kultur ist doch nicht alles di Andrea Dernbach, “Der Tagesspiegel“, Ressort Politik del 31.12.2010, p. 5.
[3] Dati tratti dal Piano Paese 2010-2012.
[4] Cfr. Pichler, Edith: Junge Italiener zwischen Inklusion und Exklusion. Eine Fallstudie, CPI – Ebner & Spiegel, Berlino 2010.
[5] Cfr. Pichler, Edith: Junge Italiener zwischen Inklusion und Exklusion. Eine Fallstudie, CPI – Ebner & Spiegel, Berlino 2010.
[6] Cfr. Scheda Paese: Repubblica Federale di Germania, a cura del Ministero degli Affari Esteri, 2010.
[7] Cfr. Pichler, Edith: Junge Italiener zwischen Inklusion und Exklusion. Eine Fallstudie, CPI – Ebner & Spiegel, Berlino 2010.
[8] Cfr. Scheda Paese: Repubblica Federale di Germania, a cura del Ministero degli Affari Esteri, 2010.
[9] „Italiens Ministerpräsident war erfolgreich, weil er als Antipolitiker auftrat und die Lust an der Macht zelebrierte. Dass er so lange regieren konnte, liegt vor allem an der fundamentalen Schwäche der linksbürgerlichen Opposition.
Angenommen, ein deutscher Politiker höchsten Ranges würde dringend verdächtigt, er veranstalte in seinem privaten Anwesen anrüchige Partys, lade dazu gegen Geld junge Damen zweifelhaften Rufs ein, bezahle auch schon einmal für Sex und versuche, zum Schutz einer dieser Damen Druck auf die Polizei auszuüben. Man mag sich nicht vorstellen, was dann geschähe. Der Mann wäre augenblicklich erledigt, seine Partei befände sich im Tal der Tränen, und durch die ganze Republik ginge vermutlich ein kopfschüttelndes moral- und gesellschaftstheoretisches Rätselraten, wie es nur so weit habe kommen können. Hierzulande ist es ja schon viel, wenn ein führender Politiker christlich-sozialer Couleur mit dem vergleichsweise sittsamen Unterfangen auffällt, neben seiner offiziellen ersten inoffiziell eine zweite Familie zu begründen. Warum ist in Italien der skandalumwitterte Ministerpräsident Silvio Berlusconi, dem all das vorgeworfen wird und gegen den die ihm so verhasste Mailänder Staatsanwaltschaft ein Schnellverfahren beantragt hat, noch nicht zurückgetreten und am Ende? [...] Berlusconi steht für das selbstverliebte, etwas großmäulige Italien, das […] die Vespa fährt, Frauen hinterherpfeift und das sich nicht mehr zeitgemäßen Fantasien von eigener Größe, Schönheit und Attraktivität hingibt“. In: Berlusconis Sexappeal di Thomas Schmid, “Die Welt”, dell’11/02/2011.
[10]„Ein Wort noch zur Lage der italienischen Kultur, zu Silvio Berlusconi?“. In: Ich will den Augenblick feiern, intervista di Christine Lemke-Matwey a Vittorio Grigolo, “Der Tagespiegel” del 01/03/2011,  p.22.
[11] Mi si perdonino le generalizzazioni e le esasperazioni.
[12] „Erstens kommt er aus Italien, einem Land mit miserablen Finanzen, dessen Ruf in Europa unter der Regierung von Silvio Berlusconi leidet“. In Europäische Zentralbank. Ein deutscher Favorit und viele falsche Fährten di Helga Einecke, Süddeutsche Zeitung del 27/12/2010.
[13] In: La Germania non ci sta. No a Draghi capo della Bce di Laura Della Pasqua, “Il Tempo” del 24/02/2011.
[14] In: Bild attacca Draghi: «È un italiano» di Beda Romano, “Il sole 24 ore” del 24 febbraio 2011. In riferimento a: „Doch bitte nicht dieser Italiener! Notenbankchef Mario Draghi: Mamma mia, bei den Italienern gehört Inflation zum Leben wie Tomatensoße zur Pasta! Da kann Signore Draghi noch so oft das Gegenteil behaupten. Draghi war übrigens von 2002 bis 2005 Vizechef von Goldman Sachs in London. Genau in der Zeit soll die Bank der griechischen Regierung beim Verschleiern ihrer Staatsschulden geholfen haben“. In: Bundesbank-Krise Wer passt jetzt auf unseren EURO auf? di Jan W. Schaefer, Das Bilddell11/02/2011.
[15] Dati relativi al primo trimestre 2011 forniti dall’ufficio stampa dell’Ambasciata d’Italia a Berlino.
[16] Wo die Zitronen blühen. Zum 150. Geburtstag: Was Italien trotz Berlusconi so liebenswert macht in “Berliner Zeitung”, Vermischtes, del 18/03/2011.
[17] Ibidem: „Im Land, wo die Zitronen blühen, haben die Gaumenfreuden ihr Zuhause“.
[18] Ibidem: „Italien war über Jahrhunderte das Sehnsuchtsland der Deutschen. Künstler und Schriftsteller haben Bildungsreisen dahin unternommen, die ihre Weltsicht und ihr Menschenbild beeinflussten. Italienische Malerei und Musik haben europäische Seh- und Hörgewohnheiten beeinflusst. Italienische Küche ist in der halben Welt zu Hause. Das Land, das jetzt den 150. Jahrestag seiner Staatsgründung feiert, hat seit Silvio Berlusconis Immer-wieder-Regierungszeit zwar deutlich an Attraktivität verloren. So steht Italien heute auch für Korruption und weichgespülte Medien. Es gibt jedoch immer noch genug Gründe, sehnsuchtsvoll nach Italien zu schauen“.
[19] „Vergessen wir einen Augenblick Berlusconi e Co, denen es gelungen ist, den Blick auf Italien durch eine abschreckende Mischung aus kulturellen Kahlschlägen und Politpossen zu verstellen.
Es sind die Vielfalt der Farben, des Lichtes und der großartigen Landschaftsbilder von den Alpen bis nach Sizilien, die Reisende seit jeher angezogen haben. Städte der unterschiedlichsten Art bewahren Geschichte und Kultur. Hier haben die Künste ein ideales Umfeld gefunden, sind Musik und Malerei gewachsen, Literatur und Film, Mode und  Design. Man kann 150 Jahre nach der staatlichen Einheit südlich der Alpen immer noch stolz sein auf das Land“ in Auch ein schönes Land braucht Kunstpolitik  di Henning Klüver, “ Süddeutsche Zeitung“ del 29/03/2011, p. 14.
[20] Italien ist 150 Jahre alt und noch immer gespalten di  Thomas Schmid, in „Jubiläum“, “Die Welt” del 17/03/2011.
[21] „Zumindest nach Einschätzung von ARD und ZDF stellt der italienische Ministerpräsident das Negativbeispiel für die Freiheit der Medien in einer Demokratie dar. […] Der Politiker und Medienunternnehmer Berlusconi steht wie sonst fast keiner für die Verquickung von politischen und unternehmerischen Interessen“. In: Silvio Berlusconi. ARD und ZDF werben mit dem „Cavaliere“, di Hans-Peter Siebenhaar, “Handelsblatt” del 25/03/2011, p.71.
[22] „In der Abgeordnetenkammer in Rom ist es zu Handgreiflichkeiten gekommen: Der Tumult brach aus, als die Parlamentarier Berlusconis umstrittene Justizreform diskutierten“. In: Berlusconi-Sitzung löst Krawall im Parlament aus, “Der Spiegel” del 31/03/2011.
[23] Dati relativi al primo trimestre 2011 forniti dall’ufficio stampa dell’Ambasciata d’Italia a Berlino.
[24] „Ruby Rubacuori ist der Skandalgast des Wiener Opernballs. […]
Foto: dpa/DPA Ruby Rubacuori (l.), die ehemalige Gespielin Berlusconis, hat es ihm sichtlich angetan.
Foto: dpa/DPA Bei der Pressekonferenz anlässlich der Autogrammstunde in "Lugner City" war der Andrang groß.
Foto: dpa/DPA Ruby bekam schon den zweiten Blumenstrauß von ihrem Gastgeber, den ersten gab es bei der Ankunft am Flughafen.
Foto: REUTERS Ruby mag und hasst den Rummel um ihre Person.
Foto: REUTERS Am liebsten hätte sie dann doch ihr altes Leben zurück, vor der Affäre, gestand sie.
Foto: AP/DAPD Lugner findet die junge Frau "gescheit".
Foto: AFP Handküsse geben, das können die Wiener.
Foto: AFP Und die hübsche Marrokanerin scheint es zu mögen.
Foto: AFP ... die damals 17-Jährige im vergangenen Mai bei einer Sex-Party als Prostitiuierte beschäftigt haben. Dafür muss er sich jetzt vor Gericht verantworten.
Foto: AP/DAPD Berlusconi soll außerdem sein Amt missbraucht haben, weil er versuchte, "Ruby" vor dem Gefängnis zu bewahren, indem er sie als Nichte des damaligen ägyptischen Präsidenten Mubarak ausgab.
Foto: dpa "Ruby" nutzte in der Zwischenzeit ihre zweifelhafte Berühmtheit. Im November 2010 feierte sie ihren 18. Geburtstag...
Foto: AP/DAPD ... ließ sich willig fotografieren.
Foto: AP/DAPD Immerhin scheint sie sich Chanel-Schmuck leisten zu können.
Foto: REUTERS Sie ist inzwischen ein begehrter Gast in Talkshows und bei Promi-Veranstaltungen.
Foto: AFP Auf diesem Foto ist sie bereits 18 und hat angekündigt heiraten zu wollen.
Foto: AFP Und zwar diesen Mann namens Luca Rizzo.
Das Callgirl soll als 17-Jährige an den berüchtigten „Bunga-Bunga“-Partys des italienischen Regierungschefs Silvio Berlusconi teilgenommen haben. Berlusconi muss sich deshalb von Anfang April an einem Prozess stellen“. In: Lugners Begleitung. Ruby sehnt sich nach ihrem altem Leben, Die Welt” del 02/03/2011.
[25] “Berlusconis Ex-Gespielin Karima al-Mahroug, besser bekannt als Ruby Rubacuori (Ruby die Herzensbrecherin)”. In: Skandal-Gast. Ruby macht beim Wiener Opernball auf seriös, “Die Welt” del 03/03/2011.
[26] Wiener Opernball 2011. Ruby-Rummel und Hochkultur, “Frankfurter Allgemeine Zeitung del 03/03/2011.
[27] „Der 78-Jährige war mit Starlet am Arm der Mittelpunkt des Abends. […] Immerhin wurde Karima el-Marough alias Ruby "berühmt" durch ihre angebliche Affäre mit Silvio Berlusconi. Die Mailänder Staatsanwaltschaft wirft dem italienischen Ministerpräsidenten vor, bei ausschweifenden Partys zwischen Februar und Mai 2010 die damals minderjährige Marokkanerin für Sex bezahlt zu haben“. In: Wiener Opernball Ruby, "Mörtel" und der Eighties-Fiesling, “Der Spiegel” del 03/03/2011.
[28] „Der Porno „Bunga-Bunga, Presidente“ erzählt von einem Staatschef, der südlich der Alpen regiert, und sich in seiner Freizeit am liebsten mit jüngeren Frauen vergnügt. Wer das wohl sein mag...?“ In: „Bunga-Bunga, Presidente“ Porno parodiert Silvio BerLUSTconi, “Bild” del 17/03/2011.
[29] Ibidem: „Was ist „Bunga Bunga? Den Ausdruck hat Berlusconi von seinem Freund, Libyens Diktator Gaddafi. So nennt der die Sex-Spielchen, die er in seinem Harem pflegt“.
[30] Ibidem: „Die aktuelle Affäre um Silvio Berlusconi bietet sich für eine Porno-Parodie an. Man muss kein Drehbuch für die Sex-Szenen schreiben, da es sie in der Realität bereits gab – und sie in den internationalen Medien detailgenau beschrieben wurden.“
[31] „Woher kommt das Wort, mit dem Italiener so lautmalerisch die Sexspiele ihres Premiers Silvio Berlusconi umschreiben? Die minderjährige marokkanische Prostituierte Ruby hat ihren Dienst am Cavaliere selbst so bezeichnet; der Libyer Muammar al-Gaddafi, ebenfalls als Urheber im Gespräch, meinte mit Bunga Bunga angeblich Haremsrituale. Ursprünglich ist der Begriff wohl aus dem kolonialen Empire ins Englische gekommen“. In: Stichwort: Bunga Bunga , Der Spiegel del 21/02/2011.
[32] „Berlusconi soll diese Wetter-Feen vernascht haben. […] Der italienische Ministerpräsident soll 33 (!) Frauen für Sex bezahlt haben. […]Nicht schlecht für einen Mann im Rentenalter ... […] ʺAuch wenn ich ein Schlingel bin – 33 Frauen wären selbst für einen 30-Jährigen zu viel. Das ist für jeden zu viel!ʺ, wehrte sich BerLUSTconi (74)“. In: Hoch Silvio! Berlusconi soll diese Wetter-Feen vernascht haben, “Bild” del 18/03/2011.
[33] Zoff zwischen den Berlusconi-Mädchen. Bunga gegen Bunga. Noemi Letizia verklagt Ruby. […] Es geht um die blonde Noemi Letizia (heute 19) aus Neapel, die erste Minderjährige, die plötzlich an der Seite von Berlusconi (74) auftauchte, […]dann kam „Ruby“ (18), die marokkanische Bauchtänzerin, die im Zentrum des Bunga-Bunga-Skandals um Berlusconis möglichen Amtsmissbrauch und Prostitution mit Minderjährigen steht“. In: Zoff zwischen den Berlusconi-Mädchen. Bunga gegen Bunga, “Bild” del 09/03/2011.
[34] „Bunga-Bunga-Prozess, Minderjährigen, Sexaffäre, Sexpartys“. In: Berlusconis Anwälte wollen George Clooney vernehmen, “Der Spiegel” del 30/03/2011.
[35] “[…] war in der Vorwoche versucht worden, bei den Behörden in ihrem Heimatland Marokko das Geburtsdatum der Tänzerin zu fälschen”. In: Italien prüft Alter von Bunga-Bunga-Tänzerin, “Berliner Zeitung” del 15/03/2011, p.7.
[36] “Milliardär […], dessen wirtschaftlicher Erfolg dunklen Wurzeln entspringt“. In: Der zerbrochene Spiegel, Süddeutsche Zeitung, del 22/03/2011, p.13.
[37] „Vier Verfahren in sechs Wochen: Für Italiens Regierungschef Silvio Berlusconi hat ein wahrer Gerichtsmarathon begonnen“. In: Italiens Regierungschef vor Gericht: Berlusconis Prozesslawine rollt, Stern del 28/02/2011.
[38]Was hat der Mann für ein Horror-Jahr hinter sich: Politisches Ansehen international auf Null gesunken, wacklige Regierungsmehrheit. Grausame Umfragewerte, die zweite Scheidung vor Augen, drei Prozesse an der Backe, u.a. wegen Steuerbetrug, Amtsmissbrauch und Prostitution mit Minderjährigen“. In: Italiens Premier. Berlusconi immer reicher!, di Albert Link, Bild del 29/03/2011.
[39] Seltener Auftritt: Erstmals seit acht Jahren zeigte sich Italiens Regierungschef Silvio Berlusconi persönlich vor Gericht“. In: Berlusconi erscheint erstmals seit Jahren vor Gericht, Der Spiegel del 28/03/2011.
[40] „Prozesse sind in Italien häufig Medienspektakel – und da ist Premier Berlusconi in seinem Element“. In: Italien. Berlusconi und sein Bunga-Bunga-Zeuge Clooney, di Paul Badde, “Die Welt” del 30/03/2011.
[41] „Er attackiert die Justiz, das Parlament, sogar den Staatspräsidenten - Italiens Regierungschef kämpft ums politische Überleben. Vier Strafprozesse laufen jetzt gleichzeitig gegen ihn. Seine Mehrheit im Parlament arbeitet mit Hochdruck an neuen Gesetzen, die ihn in die Verjährung retten könnten. […] In anderen europäischen Ländern reichen weit weniger Vorwürfe, damit ein Politiker zurücktritt. In Italien sind die Maßstäbe offenbar gröber“. In: Kampf gegen Prozessflut. Berlusconi witzelt über neue Bunga-Bunga-Party, di Hans-Jürgen Schlamp, “Der Spiegel” del 02/03/2011.
[42] „Am Tag vor der Wiederaufnahme seines Korruptionsprozesses hat der italienische Ministerpräsident Silvio Berlusconi den Entwurf für eine Justizreform vorgelegt. Geschlossen stimmte sein Kabinett am Donnerstag für die Reform. Beobachter und Opposition beurteilen den Gesetzesentwurf als Versuch Berlusconis, die ihm verhassten Richter und Staatsanwälte zu schwächen. Berlusconi bestritt dagegen jeden Zusammenhang mit den eigenen Justizproblemen“. In: Berlusconi präsentiert Justizreform kurz vor Prozess, Berliner Zeitung del 10/03/2011.
[43] „Italiens Ministerpräsident Silvio Berlusconi will mit einer Justizreform die Rechte von Richtern und Staatsanwälten deutlich einschränken.[…] Es bestehe kein Zusammenhang mit dem anstehenden Prozess gegen ihn in der Sexaffäre um die damals minderjährige Marokkanerin namens Ruby, sagte Berlusconi nach der Kabinettssitzung. […] "Mit diesem Damoklesschwert über dem Kopf überlegen sich die Staatsanwälte zweimal, ob sie Ermittlungen gegen mich einleiten", sagte Berlusconi laut einem Bericht der Zeitung La Repubblica. In: Berlusconis Justizreform, Suddeutsche Zeitung Nr. 58, dell’11/03/2011, p. 7.
[44] „Eine lange vakante Stelle im deutschen Fernsehen wird bald endlich wieder besetzt. Glück im Unglück für Silvio Berlusconi (74, Haare und Zähne 2): Dem italienischen Premier winkt im Anschluss an sein Schnellverfahren wegen Amtsmissbrauch und Umgang mit minderjährigen Prostituierten eine reizvolle neue Aufgabe. Der Cavaliere soll im deutschen Fernsehen das Wetter präsentieren. […] "Es gibt keinen Besseren für diesen Job", so ein italienischer Journalist, "schließlich hat er sich immer wie Gott aufgeführt." Möglich wurde der Sensationstransfer durch einen Gefangenenaustausch-Abkommen zwischen Deutschland und Italien. […]Der Vorteil: […] ein Fall wie der von Jörg Kachelmann in Italien gar nicht erst verhandelt wird. Und auch Silvio Berlusconi ist glücklich: "Nach allem, was ich von Jörg gehört habe, könnte ich mir keinen besseren Nachfolger auf meinem Posten des Ministerpräsidenten vorstellen"“. In: Vorsicht, Satire! Berlusconi folgt Kachelmann als Wetteransager, di Jean Gnatzig, “Die Welt” del 16/02/2011.
[45] „Silvio Berlusconi (74) ist angeschlagen nicht nur politisch! […] Über ein Jahr nach dem Anschlag in Mailand (ein Mann hatte ihm eine Statue ins Gesicht geschleudert) musste Berlusconi unters Messer: Kiefer-OP. Bald kann er wieder an jungen Gemüse knabbern…“. In: Au Backe! Silvio BerFRUSTconi, “Bild” del 10/03/2011.
[46] „Kein EU-Land ist wirtschaftlich und politisch so eng mit Libyen verflochten wie Italien. Man tauschte Öl, Gas und Geld gegen Waffen und politischen Beistand. Doch nun fürchtet die Regierung in Rom den einstigen Freund Gaddafi. […]Das war eine wahre Männerfreundschaft! Muammar al-Gaddafi, der selbsternannte "Revolutionsführer" Libyens lud seinen "amico" aus Rom, Regierungschef Silvio Berlusconi, sogar in seinen Harem ein und lehrte ihn "Bunga Bunga"-Sexspielchen. Berlusconi revanchierte sich auf seine Weise. Er küsste beim Treffen arabischer Staatschefs im libyschen Sirte im vorigen Frühjahr dem "Rais" zur Begrüßung die Hand - eine Geste, wie sie sonst nur dem Papst widerfährt. Lange hielt der Italiener seinem transmediterranen Kumpel die Treue. Noch vergangene Woche, als Gaddafi daheim schon demonstrierende Bürger niederschießen und bombardieren ließ, weigerte sich Berlusconi, ein kritisches Wort zu sagen“. In: Italienisch-libysche Beziehungen. Handkuss für den Diktator, di Hans-Jürgen Schlamp, “Der Spiegel” del 25/02/2011.
[47] Das Porträt: Italienischer Minister mit Mafia Kontakten, “Die Welt” del 25/03/2011, p.5.
[48] „Italien ist kurz nach der Katastrophe von Tschernobyl im Jahr 1987 nach einer Volksabstimmung aus der Kernenergie ausgestiegen. Silvio Berlusconi aber will wieder einsteigen“. In: Mitte Juni Volksabstimmung. Italien entscheidet über Kernenergie, “Frankfurter Allgemeine Zeitung” del 15/03/2011.
[49] „Italien hält an seinem Programm für neue Atomkraftwerke fest, während in Deutschland wegen der Ereignisse in Japan sieben Kernkraftwerke angehalten werden“. In: Im Gespräch: Enel-Chef Fulvio Conti: Mangelnde Kenntnisse bei Atomkraftgegnern, “Frankfurter Allgemeine Zeitung” del 16/03/2011.
[50] „Berlusconi schaltet sich in Atom-Diskussion ein! Barroso: "Was muss man da lesen? 13 Mal Sex mit dieser Ruby…"; Berlusconi: "Da kann man mal sehen, mein Brennstab funktioniert einwandfrei! "“ In: Glasauge Satire, “Welt online” del 18/03/2011.
[51] „In diesen Zeiten des Bunga-Bunga gerät oft in Vergessenheit, dass es ja auch das andere Italien noch gibt, das kosmopolitische und kultivierte Land“.  In: Der Padrone feierte seinen 70, Der Tagespiegel del 13/03/2011.

 [51] „In diesen Zeiten des Bunga-Bunga gerät oft in Vergessenheit, dass es ja auch das andere Italien noch gibt, das kosmopolitische und kultivierte Land“.  In: Der Padrone feierte seinen 70, Der Tagespiegel del 13/03/2011.

4 commenti:

  1. Molto interessante, ma non si poteva usare uno stile un po' meno piagnone, a proposito di piagnoneria? Una serena obiettività è quasi sempre la soluzione migliore. E poi non capisco: visto che li conosciamo, lo sappiamo: non è che dobbiamo prendere i crucchi sempre sul serio, anche quando scherzano. Siamo qui da anni - e ce ne vantiamo - e ci offendiamo per ogni inezia... Ah, se solo riuscissimo a perdere questo senso d'inferiorità!
    A. Leverkühn

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  2. Leggendo bene questo articolo, si capisce che voi non siete a conoscenza di tutte le belle parole che noi italiani abbiamo nei confronti dei tedeschi! noi dobbiamo ringraziarli per averci dato quella tranquillitá di vita che nella nostra bella italia non avremmo mai avuta, mafiosi o no, corrotti o no e altro! Prima di scrivere questa ridicola " commedia berlusconiana" scrivi i miglioramenti che noi lavoratori italiani abbiamo usofruito da questa germania!
    Mi meraviglio che tu sia un Membro del Comites!e che abbia solo ricercato in questa direzzione"
    ciao salvo

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    1. Chi ha effettuato questa ricerca non è membro comites ma una studentessa italiana che ha fatto un tirocinio presso la nostra Ambasciata di berlino. Noi siamo democratici e diamo a tutti uno spazio perchè siamo convinti che ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero.

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  3. L'autore ha fatto una ricerca e l'ha fatta bene. Ha perfettamente ragione quando dice che scegliendo troppo presto il percorso di studi superiori si svantaggia chi sta imparando la lingua o l'ha appena appresa, condannando molti giovani a lavori non all'altezza della loro intelligenza. Non mi sembra che si sia messo a piangere, ma ha semplicemente elencato i problemi che ci sono poi in tutti i paesi di accoglienza emigratoria.

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