3 mag 2012

IMU, NARDI (UIM): FAR RICONOSCERE ABITAZIONI EMIGRATI COME “PRIMA CASA”

(NoveColonne ATG) Roma - “A ben poco sono serviti gli interventi in Parlamento degli eletti nella Circoscrizione Estero, come pure ben poco hanno prodotto gli appelli di alcuni Comites e la stessa lettera aperta inviata dalla Uim al presidente del Consiglio, Mario Monti, con cui si chiedeva di considerare, ai fini dell’Imposta Municipale Unica, come ‘prima’ e non come ‘seconda’ casa l’abitazione in Italia degli emigrati (sfitta e tenuta a propria disposizione per i più o meno frequenti rientri o in caso di rimpatrio).
Infatti la montagna (la Camera dei Deputati) ha purtroppo partorito il classico topolino, poiché l’unica cosa che è stata ottenuta (tuttavia meglio di niente, ovviamente!) è stata quella di inserire nella ‘legge in materia di semplificazione fiscale’ una norma che demanda ai singoli comuni italiani la possibilità di considerare, o meno, come prima casa l’abitazione degli iscritti all’Aire, analogamente a quanto è stato fatto per le persone che hanno lasciato la loro abitazione per essere ricoverate in una struttura per anziani”. A sottolinearlo è Dino Nardi, coordinatore Uim per l’Europa e consigliere Cgie che in una nota aggiunge: “ È, quindi, facile immaginare quanti mai saranno i comuni italiani che applicheranno questa norma con le casse vuote che ormai si ritrovano ed in particolare tutti quei comuni che hanno nel loro territorio moltissime case di famiglie emigrate”. “Come pure è facile – dice Nardi - immaginare quale sarà la reazione degli emigrati che possiedono un immobile in Italia, ed in particolare quella dei pensionati che non nuotano nell’oro, quando si accorgeranno che, tra le varie utenze, questa Imu e le spese di manutenzione, la loro abitazione in Italia costerà diverse migliaia di euro all’anno (senza dimenticare l’obbligo di denuncia del bene immobile in Italia anche al fisco locale ai fini della patrimoniale, per esempio, per gli emigrati italiani in Svizzera)”. “La reazione degli emigrati sarà, con tutta probabilità, quella che è già emersa in alcune conferenze sul tema Imu che si sono tenute nei giorni scorsi in Svizzera – sottolinea il coordinatore Uim per l’Europa e consigliere Cgie    -                      e cioè di cominciare a pensare seriamente di disfarsi di queste proprietà che, oltretutto, non interessano particolarmente né ai figli né ai nipoti, ovvero agli eredi. Con tutte le conseguenze economiche negative, se ciò avvenisse, che ricadrebbero per quei territori di forte emigrazione e che sono state citate dalla Uim nella lettera indirizzata al Prof. Monti. A questo punto, anche perché vendere la casa in questo periodo di bassa stagione per il mattone significherebbe poi svenderla, conviene comunque non demordere nell’azione di far riconoscere queste abitazioni degli emigrati come ‘prima casa’. Si deve, pertanto, continuare questa giusta e sacrosanta battaglia, sia come singoli che come Comites, Cgie, associazionismo e quant’altri, indirizzando fin d’ora le proteste e gli appelli ai Comuni ed all’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) e qui potranno giocare un ruolo importantissimo proprio le associazioni italiane a carattere regionale e di territorio. Da parte sua la Uim – conclude Nardi - , dopo essersi appellata al presidente del Consiglio Monti, lo ha già fatto anche nei confronti del presidente dell’Anci, Graziano Delrio, affinché intervenga per sollecitare tutti i Comuni ad applicare l’aliquota ridotta della ‘prima casa’ all’abitazione degli iscritti all’Aire”.   

2 commenti:

  1. Gli emigrati, scritti nel registro AIRE, quindi, sono di nuovo i perdenti
    delle vicende politiche ed economiche italiane!
    Togliamogli anche il passaporto, il diritto di voto nel comune in cui sono nati,
    invitiamoli a prendere la nazionalita’ della Nazione in cui risiedono o lasciarli al
    loro destino come apolidi …. Ma che vergogna … da parte del governo italiano
    e da parte di chi ci dovrebbe tutelare !!

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  2. COMPLIMENTI .,,, per motivi di studio e lavoro sono all'estero da un anno e mi sono iscritto all'aire per senso del dovere...

    non solo pago in italia tutte le imposte ... addizionali regionali - comunali irpef incluse e tutte le utenze (inclusi i rifiuti che non produco) ... adesso dovrò pagare anche l'imu raddoppiata...

    praticamente pago allo stato l'affitto della mia casa... dove non abito ...

    fra un po' magari m'imporranno di darla in comodato gratuito a qualcuno

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