COMITES-CGIE, MICHELONI (PD): RINVIO RIFORMA NASCE DA DIVISIONI MAGGIORANZA
(NoveColonne ATG) Roma - L’iter del testo unificato per la riforma dei Comites e del Cgie in discussione al Senato ha subito un rinvio di 30 giorni e tornerà ad essere oggetto di confronto in sede di Commissione Esteri. “Un rinvio dovuto a divisioni all'interno della maggioranza”: queste le ragioni che secondo il senatore del Pd Claudio Micheloni hanno spinto Oreste Tofani (Pdl), relatore del testo unificato per la riforma dei Comites e del Cgie, a chiedere il rinvio di 30 giorni della discussione da in Senato. Micheloni è cosciente del fatto che “si tratta di un provvedimento sicuramente difficile per l'estero, e c'è un dibattito legittimo anche all'interno della mia parte politica. Però - aggiunge - abbiamo lavorato per trovare una sintesi la più accettabile possibile” e comunque le decisioni prese in Senato avrebbero avuto tutto il tempo per essere ulteriormente migliorate. “È la prima lettura, poi c'è la Camera e il testo tornerà di nuovo qui. Secondo me era importante cominciare - dice Micheloni -, ma le tensioni e le divisioni all'interno della maggioranza sono state tali che hanno messo il relatore in condizione di chiedere il rinvio. Adesso - conclude - torniamo in commissione Esteri, si perde un mese ma vista la situazione lo possiamo utilizzare comunque per correggere alcuni errori, migliorare: è sempre utile lavorare di più”.
COMITES-CGIE, TOFANI (PDL): RINVIO PER RENDERE TESTO OMOGENEO E CONDIVISO
(NoveColonne ATG) Roma - “C’è una serie di argomenti che merita un approfondimento: l’obiettivo è quello di giungere a un provvedimento il più omogeneo e condiviso possibile”. Con queste parole il senatore del Pdl Oreste Tofani, relatore del testo unificato per la riforma dei Comites e del Cgie, sintetizza le ragioni che in Aula lo hanno spinto a chiedere la sospensione per 30 giorni della misura e il suo ritorno in commissione Esteri. Tofani rileva come “per alcuni emendamenti non abbiamo trovato il via libera da parte della commissione Bilancio” e inoltre esprime il desiderio di “risentire i nostri colleghi eletti nelle circoscrizioni estere, che non sempre riesco a incontrare tutti insieme” dal momento che “vi sono delle intese su alcuni punti, mentre su altri si registrano netti distinguo”. Il lavoro preliminare da compiere sul testo, sottolinea Tofani, ha “l'obiettivo di razionalizzarlo il più possibile e di limitarne le lacune. Pensiamo che ci siano gli spazi per colmare alcune distanze - conclude - , anche considerando che i termini entro i quali si devono svolgere le elezioni di Comites e Cgie ci lasciano ancora un anno e mezzo di tempo per portare a compimento l'iter della Riforma”.
COMITES-CGIE, DEPUTATI ESTERO: RIAPRIRE il CONFRONTO IN MODO COSTRUTTIVO
(NoveColonne ATG) Roma - Senato, dopo una prolungata pausa di riflessione che sembrava preludere ad un responsabile ripensamento, è stata ripresa la discussione sulla legge di riorganizzazione degli istituti di rappresentanza (COMITES e CGIE) dei cittadini italiani residenti all’estero, e subito dopo rinviata in Commissione. Nel ribadire la nostra posizione a favore della riforma di tali organismi, prendiamo atto che si presenta una nuova occasione per modificare in senso positivo un atto che, se adottato nel testo giunto in Aula, entrerebbe in collisione con l’orientamento della grande maggioranza del CGIE e della quasi totalità dei COMITES e accentuerebbe, in modo forse irreversibile, il distacco già evidente verso gli istituti di rappresentanza e le nostre collettività all’estero”. A sottolinearlo i deputati eletti all’estero Bucchino, Di Biagio, Farina, Fedi, Garavini e Porta. “Nel momento in cui si assiste alla chiusura di diecine di consolati, in forza di quel ‘piano di razionalizzazione’ la cui piena applicazione ancora qualche giorno fa il sottosegretario Mantica ha ribadito, si rischia di ritagliare anche la rete della rappresentanza sul territorio diminuendo il numero dei COMITES e svuotandoli seriamente di funzioni. Nello stesso tempo, di fronte alle pesanti incertezze relative al voto all’estero e all’annuncio che subito dopo il Federalismo si dovrebbe mettere mano al Senato delle Regioni, che comporterà una sostanziale modifica dell’assetto della rappresentanza parlamentare dei cittadini italiani all’estero, si decide praticamente di superare il CGIE come organismo di rappresentanza, nonostante il ruolo di mediazione degli interessi delle nostre comunità che esso ha storicamente assolto. Un salto nel buio – si legge ancora nel comunicato dei deputati Bucchino, Di Biagio, Farina, Fedi, Garavini, Porta - che si realizza in una fase di smantellamento dell’intervento pubblico per gli italiani all’estero, che va avanti da alcuni anni, e che per questo priverà le nostre comunità degli unici strumenti di difesa diretta di cui possono servirsi. Quello che non si capisce, o non si vuol capire, è che in questo modo si allenta il rapporto di partecipazione che si è già gravemente diluito e che la stessa presenza dell’Italia nel mondo ne subirà ripercussioni negative. L’invito sereno e pressante che rivolgiamo ai colleghi del Senato – concludono i deputati eletti all’estro - è quello di riflettere in modo più approfondito su questa situazione e cercare di ricomporre con i rappresentanti reali delle nostre comunità una prospettiva condivisa. In sostanza, prima che sia troppo tardi, chiediamo non una rinuncia, ma un atto di responsabilità e di incontro di tutte le forze vive dell’emigrazione”.
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