(NoveColonne ATG) Roma - L’aula del Senato ha approvato in prima lettura il decreto legge “omnibus” con 132 favorevoli, 98 contrari e 8 astenuti. Hanno detto sì i senatori di Pdl, Lega e Coesione nazionale, contrari Pd, Idv e il gruppo Udc,Svp e Autonomie mentre l’Api si è astenuta. Tra le principali misure contenute nel provvedimento ci sono gli interventi alla cultura: si prevedono, infatti, 236 milioni di euro per spettacolo, tutela del patrimonio e istituti culturali, suddivisi in 149 milioni per il Fondo unico per lo spettacolo (Fus), 80 milioni per la manutenzione e la conservazione dei beni culturali, oltre a quelli già previsti in bilancio, e 7 milioni per interventi a favore di enti e istituzioni culturali. Viene soppresso inoltre il contributo di un euro sui biglietti cinematografici stabilito nel decreto Milleproroghe.
Alla copertura finanziaria di queste misure si provvede con l’aumento delle accise sulla benzina. Non manca un programma straordinario per Pompei: per il sito archeologico campano si prevede che il ministro per i Beni e le attività culturali adotti entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto un programma straordinario di interventi. Per la realizzazione di questo programma si autorizza l'assunzione di personale “nel limite di spesa di 900 mila euro annui a decorrere dal 2011”. Stabilite inoltre semplificazioni burocratiche per l'impiego dei fondi Fas e per rendere ,tra l'altro, più facili anche le sponsorizzazioni. Si prevede infine che la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei possa avvalersi della società Ales per l’affidamento diretto di servizi tecnici. Viene prorogato, invece, al 30 settembre il termine per stabilire il calendario definitivo per il passaggio al digitale terrestre. Entro il 30 giugno 2012, si prevede l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze radiotelevisive e si stabilisce per quelle che riguardano le tv locali una graduatoria con criteri molto selettivi per individuare i soggetti legittimamente abilitati a trasmettere che possano farne richiesta. Infine, con un emendamento che ha completamente riscritto l'articolo 5 del decreto approvato in Consiglio dei ministri a fine marzo, il governo è andato oltre la moratoria di un anno prevista sul nucleare, dando in sostanza uno stop a tutti i programmi sull'energia atomica, in particolare quelli relativi alla costruzione di nuovi impianti. In pratica nel testo si abrogano tutte le norme che sono oggetto del quesito referendario del 12 e 13 giugno, stabilendo che "al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche sui profili relativi alla sicurezza nucleare", "non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare". Fatti salvi invece tutti i provvedimenti che riguardano il decommissioning.
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