(NoveColonne ATG) Roma - Sì di Palazzo Madama al
Senato federale, con una riduzione dei senatori dagli attuali 315 a 250 e 21
rappresentanti delle Regioni. Con i voti della "vecchia maggioranza"
Pdl, Lega nord e Coesione nazionale (153 sì, 136 no e 5 astenuti) l' Assemblea
di Palazzo Madama ha deciso di istituire un Senato Federale composto da 250
senatori eletti a suffragio universale e diretto su base regionale, prevedendo
che nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sei (il Molise
ne ha due, la Valle d' Aosta uno).
Cancellati invece i senatori eletti all'
estero. La ripartizione dei seggi si effettuerà in proporzione alla popolazione
delle singole Regioni come risulta dall' ultimo censimento generale,
"sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti". Nella norma
approvata il 27 giugno si prevede inoltre che ai lavori del Senato federale
partecipino anche un rappresentante per ogni Regione, "eletto fra i propri
componenti all' inizio di ogni legislatura" (per il Trentino Alto Adige i
consigli delle province autonome di Trento e Bolzano eleggono ciascuno un
membro). I rappresentanti delle Regioni avranno diritto di voto sulle materie
di legislazione concorrente e di interesse degli enti territoriali. Con
l'approvazione dell'articolo 2 del testo di riforma costituzionale, così come
riscritto dai senatori leghisti Roberto Calderoli e Sergio Divina, vengono
cancellati completamente i senatori eletti all'estero e non solo ridotti da 6 a
4 come prevedeva il testo frutto dell'accordo Abc. Secondo il senatore del Pdl
Raffaele Fantetti, il voto del suo partito su questo punto sarebbe comunque
subordinato a un accordo politico all'interno della vecchia maggioranza Pdl-
Lega che prevede di cambiare il testo a Montecitorio per passare da 8 deputati
eletti all'estero (come stabilito la scorsa settimana con il voto al Senato) a
12, con un risarcimento almeno numerico rispetto alla cancellazione dei
senatori: con l'iniziale previsione di una riduzione dei senatori eletti
all'estero da 6 a 4 e dei deputati da 18 a 8, infatti, i rappresentanti degli
italiani all'estero sarebbe stati comunque 12. “Pdl e Lega si sono resi
protagonisti al Senato di un atto gravissimo. L'emendamento che cancella i
senatori eletti all'Estero toglie a tanti cittadini italiani nel mondo il
diritto di essere rappresentati, vanificando cosi anni di battaglie volte ad
affermare un diritto sacrosanto. Ora bisogna porre immediato rimedio a questo
atto irresponsabile che chiude le porte del nostro Paese a tanti cittadini che
con orgoglio rivendicano il loro essere italiani e di cui l'Italia ha, specie
in questo momento di difficoltà, grandissimo bisogno” ha sottolineato il
segretario dell'Udc Lorenzo Cesa.
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