(NoveColonne ATG) Roma - Tra le vittime delle nuove scosse che hanno colpito l’Emilia, come tra quelle del sisma del 20 maggio scorso, ci sono operai deceduti in seguito al crollo di capannoni industriali.
Su Twitter il segretario della Cgil Susanna Camusso va all’attacco, sottolineando “che non si è provveduto alla messa in sicurezza degli stabilimenti prima di far tornare le persone al lavoro”. “Stavolta la morte di questi operai si sarebbe potuta evitare” le fa eco il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. “Serve un incontro urgente con le autorità centrali e locali – aggiunge - per esaminare la situazione e mettere in sicurezza le aziende, coordinando le attività di sostegno e ricostruzione a favore delle popolazioni colpite dal terremoto. E' inconcepibile- conclude - che a distanza di così pochi giorni dal precedente sisma, non si sia agito per accertare la reale stabilità e la sicurezza dei capannoni. Quei lavoratori, non sarebbero dovuti essere lì martedì mattina”. Interpellato dai giornalisti, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva definito “tristissimo” il fatto che nel sisma siano morti soprattutto operai, mentre il ministro del Lavoro Elsa Fornero, intervenendo alla Camera, aveva sottolineato che “è naturale che la terra tremi ma non è naturale che crollino edifici. In altri paesi non succede”. A margine di una conferenza a Bruxelles, però, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha affermato che “non è vero che sono crollati capannoni di carta velina, quelli nel settore della ceramica erano signori capannoni, costruiti con tutti i crismi. Quindi mi sembra che i crolli siano da attribuire alla fatalità”. Squinzi ha inoltre aggiunto che “un sacco di fabbriche hanno interrotto l'attività per la paura che siano inagibili e quindi, se ci fosse un'altra scossa, che possa succedere di peggio” e ha ricordato il suo dialogo con Elio Manuzzi, titolare della Ceramiche Sant'Agostino: “Mi diceva che era dal 1570 che non c'erano terremoti, quindi era una cosa imprevedibile”. Ma il ministro dell’Ambiente Corrado Clini sottolinea che il problema esiste, affermando che il crollo dei capannoni industriali “pone dei problemi di sicurezza sui criteri di costruzione. Sicuramente hanno tenuto conto delle norme sismiche ma su dati di rischio inferiore. Occorre aggiornare la mappa del rischio sismico e le norme per costruire in sicurezza in quelle aree”.
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